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Presentazione
La discussione sullo sport giovanile si anima ogni anno di qualche nuovo tema e di brillanti punti di vista ed intanto, secondo i dati più aggiornati, il “sistema sport” continua a perdere tra i 10 ed i 15 anni il 30% degli atleti, forse non potenziali campioni ma certamente persone che vorrebbero proseguire nell’esperienza sportiva ma non trovano proposte interessanti e risposte soddisfacenti.
Forse è vero che far apprezzare lo sport nel contesto dell’attuale società globalizzata è sempre più complesso e che verso i nostri giovani vi sono attrattori molteplici e distrattori troppo forti perché l’attività sportiva non ne esca con le ossa rotte. Tuttavia sarebbe troppo semplice risolvere con una auto-giustificazione ogni domanda ed non far emergere il legittimo dubbio: “stiamo agendo nel migliore dei modi possibili?”
Si assiste periodicamente ad una nenia lamentosa sulla fuga dei giovani dallo sport ed a lamentarsi sono in gran parte coloro che della gestione ed organizzazione del mondo sportivo hanno responsabilità a volte anche antica e ben consolidata. Forse è il momento di cambiare il registro dalla protesta alla proposta ed avviare perlomeno un tentativo di cambiamento o forse anche solo di integrazione del modello sportivo esistente e predominante per verificare se esistono anche modi diversi per far crescere con lo sport piuttosto che crescere per lo sport.
Nessuno ha la soluzione pronta su come e cosa fare, e non sarà senza dubbio un convegno a risolvere ogni dubbio, ma pare certamente utile un passaggio di condivisione su alcuni argomenti - il rapporto educativo tra allenatore ed atleta, il ruolo dei genitori, il giusto bilancio tra preparazione generale e specialistica - che si possono ritenere a ragione alla base di ogni intervento volto a migliorare la situazione attuale.
Forse un piccolo sassolino in uno stagno che è molto più fermo di quello che vuole dare a vedere, ma potrebbe essere la volta buona per creare un’ondata di novità.
Federico Schena